<strong>“QUID RETRIBUAM ?”</strong>
- Parrocchia Santissimo Crocifisso Barletta
- 5 set 2022
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Trent’anni…come ieri!!!!
Sono passati trent’anni. Come è possibile?
Tutto cominciò, a mia insaputa, l’11 luglio del 1992 (festa dei Santi Patroni). Una lettera di Don Luigi Filannino a Monsignor Cassati che lo aveva appena nominato Parroco del SS. Crocifisso: “in previsione del gravoso impegno, rivolgo alla Paternità Vs. Rev.ma rispettosa istanza affinché sia affiancato al sottoscritto il Diacono Permanente Dott. Abramo Ferrara, tanto stimato dal clero e dal popolo”. A me, però, la sua proposta venne comunicata solo verbalmente, accompagnata dalla discreta accondiscendenza di Mons. Cassati. E, comunque, dell’esistenza della lettera di cui ho parlato prima, io ne sono venuto casualmente a conoscenza quasi quindici anni dopo
Ed eccomi a quell’assolato e caldo pomeriggio di agosto del 1992, nel sotterraneo di via Patalini: l’inizio di una storia a lungo termine e che dura tuttora. Dopo qualche giorno Don Luigi, insieme a tantissimi sacerdoti della Diocesi e con l’Arcivescovo, parte per la Terra Santa ed io entro in servizio al mattino: la Liturgia della Parola e i primi fraterni incontri con i nuovi parrocchiani.
E mi sento subito a casa: fra i primi ad accogliermi, la quercia della Comunità, il mitico Gerardo e poi, Nardino, Alfredo, Pasquale Patruno, Franca; e mi fermo qui ma senza voler fare torto a tanti altri che, negli anni, hanno sempre accompagnato affettuosamente e fraternamente il mio modesto impegno. Quanti ricordi, quante storie…… con Don Luigi la celebrazione dei primi Battesimi: oggi quei bambini sono donne e uomini. E’ stato commovente, qualche tempo fa, l’incontro con uno di loro che, in una pubblica riunione, mi ha salutato affettuosamente dichiarandomi: ”sono stato battezzato da te”. Quante storie, quanti ricordi, quanti impegni: a fianco di Don Luigi nelle tante difficoltà affrontate per la costruzione della Chiesa.

Le nostre lunghe chiacchierate di sera, e fino a tardi, sempre preoccupati per la vita pastorale della Comunità che procedeva alla garibaldina tra mille ostacoli e problemi, logistici e non, ma sempre con tanto sano entusiasmo. E, ancora, gli amici dei quali prima ho fatto qualche nome: una squadra coesa, una task force il cui lavoro silenzioso e prezioso è inscritto indelebilmente nelle pareti e nelle fondamenta della nostra amata Chiesa. Trent’anni, quasi tutta la mia vita da diacono. E mi fermo qui…vorrei tanto poter essere ancora “utile alla causa”, ma…
I miei amati Parroci (Don Rino prima e Don Pino ora), che hanno avuto ed hanno tuttora la santa pazienza di sopportarmi, si sono resi conto che all’inesorabile scemar delle forze il mio impegno stava andando progressivamente assottigliandosi sin quasi ad annullarsi. E ne hanno preso atto con affettuosa e fraterna discrezione. Ma c’è il rovescio della medaglia: negli anni sono stato sempre accompagnato da tanta comprensione, tante amicizie affettuose e sincere, tanto amore.
La nostra Comunità, infatti, è una grande famiglia, “famiglia delle famiglie”, alla quale sarò eternamente grato per tutto il bene che, immeritatamente da parte mia, ha regalato in questi lunghi trent’anni e continua generosamente a donare a questo vecchio fratello. “Quid retribuam, Domine, pro omnibus quae tribuistii mihi?”.
Don Abramo, diacono