TI VOGLIO BENE
- Abramo Ferrara
- 13 gen
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 17 gen
Stadera n. 160 – Gen/Feb 2025
Devo confessare che ho sempre avuto una grande devozione per i Santi, specie per quelli che hanno saputo offrire la loro vita attraverso diverse prove di dedizione, coraggio e soprattutto sofferenza.
E aggiungo che, almeno dai tempi della mia maturità esistenziale, questa devozione si è orientata preferibilmente verso testimoni contemporanei, ‘santi in corso d’opera’, cioè non ancora pervenuti ‘agli onori degli altari’, ma dei quali mi è capitato spesso di preconizzarne in anticipo il loro riconoscimento.
Così si è verificato, ad esempio, per Padre Massimiliano Kolbe, Papa Giovanni XXIII, Padre Pio, Madre Teresa di Calcutta e tanti altri …, da me venerati sin dal giorno del loro ritorno al Padre e grande è stata la mia gioia quando la Chiesa ne ha ufficializzato la santità e poiché di gente votata alla santità ne è ancora pieno il mondo (anche se a qualcuno sembra il contrario), leggendo le vite e gli scritti di alcuni di loro, ancora oggi in cammino, mi è sembrato, in particolare, di rilevare alcune importanti affinità e consonanze fra due campioni, come dire, ancora in gara: il Venerabile Don Tonino Bello e il nostro Don Salvatore Mellone.
In primis: tutti e due hanno lottato strenuamente contro un terribile nemico senza mai arrendersi o piangersi addosso. Perciò ritengo che l’accostamento non sia solo un mio azzardo (e se per qualcuno lo fosse, mbeh, finisse di leggere l’articolo…). Infatti non esistono Santi di serie A e Santi di serie B perché la strada da percorrere è unica ed è solo per una questione anagrafica e temporale che Don Salvatore, come dire, l’abbia appena imboccata mentre Don Tonino sembra già essere in vista del traguardo.
Io sono un accanito lettore delle loro pagine, scritte sempre con il ‘fuoco dentro’, e posso affermare che alcune di esse mi hanno dato la certezza che la ‘MANO’ che ha guidato i due estensori sia stata sempre la stessa, sempre e solo una….
Ecco … Don Tonino, che negli Esercizi spirituali predicati a Lourdes nel 1991 ai sacerdoti ammalati, li invita a non cessare di stupirsi: “Non so se stupirmi di più del fluire dell’acqua del Gave o del fluire interminabile delle persone davanti alla Grotta. Quanta gente, quanto stupore!”
E Don Salvatore, durante il servizio militare, una notte si trova all’aperto in un campo di tiro, in attesa del suo turno per sparare: “E’ primavera inoltrata, si sta bene all’aperto. Mi perdo in quello spettacolo che ho sulla testa, scoprendomi a lodare Dio per il cielo stellato” … “e là sopra c’è l’immensità, semplice, che ti si dà gratuitamente”!

E torno a Don Tonino, alla sua stupenda ‘Lettera a Giuseppe’ quando verso l’epilogo del suo scritto afferma: “L’acqua, il vino, il pane. La trilogia di una esistenza ridotta all’essenziale… Serviranno tanto alla mia Chiesa. Anzi, quando mi chiederà qualcosa spero di non aver null’altro da darle che questo: né denaro, né prestigio, né potere. Ma solo acqua, vino e pane”!
Anche Don Salvatore è animato dalla stessa passione: “Presbitero che prega con la comunità, che ascolta, che sorride, che parla da uomo semplice, CHE ACCOMPAGNA PERCHE’ ACCOMPAGNATO, che … che … tante cose. Stammi vicino, Dio mio, per essere uomo fatto popolo”!
Perdonatemi, non sto esagerando, ma più approfondisco e medito sulle vite ed il pensiero di questi due ... nostri ‘campioni della porta accanto’ e più mi rendo conto di quale abbondanza di grazie il Signore stia realizzando per noi.
Ed ancora: famosissima una preghiera di Don Tonino, quella dell’”Ala di riserva”. “Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un’ala soltanto, possono volare solo rimanendo abbracciati… Soprattutto per questo fratello sfortunato dammi, o Signore, un’ala di riserva”!

Non ancora famosa (lo diventerà presto, ne sono certo) ma altrettanto struggente la ‘preghiera vocazionale’ di Don Salvatore nella quale fra l’altro si legge: “Tu Gesù, Figlio di Dio, chi sei per me? Tu sei per me una pacca sulla spalla, … Tu sei una parola sempre buona. Tu sei un sorriso che sdrammatizza. … Tu sei la semplicità. … Tu sei la Porta d’ingresso al Bene e al Bello. NELLA CHIESA VOGLIO ESSERE UNO SPALANCATORE DI PORTE”! Che bello: “SPALANCATORE DI PORTE”, e quante ne ha aperte e continua ad aprirne con la Sua sofferta testimonianza!
E potrei continuare … all’infinito. Mi fermo qui, …. (però se la Redazione me lo permettesse, mi piacerebbe continuare anche in un prossimo numero del giornale) … ma perdonatemi se mi consento un’ultima appassionata consonanza.
Don Tonino, alla fine della celebrazione della Messa crismale del 1993, pochi giorni prima della Sua scomparsa, salutò così clero e popolo: “Vorrei dire a tutti, ad uno ad uno, guardandolo negli occhi: TI VOGLIO BENE”!
Anche Don Salvatore (ero andato a trovarlo, e fu l’ultima volta), dal Suo letto di dolore sul quale era adagiato, riuscì ancora a sorridermi, a guardarmi negli occhi e, stringendomi la mano (la mia tremante per la forte emozione) mi disse con voce fioca, “TI VOGLIO BENE”!
E fu come un’ultima dolcissima carezza, anzi (per dirla con il titolo del Suo libro postumo) come “IL SUSSURRO DI UNA BREZZA LEGGERA”!!!!
Don Abramo, diacono






