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AVVENTO 2024

  • Mariagrazia Spadaro
  • 11 nov 2024
  • Tempo di lettura: 3 min

Stadera n. 159 – Nov/Dic 2024


Come ogni anno, nel mese di dicembre la Chiesa si appresta nella preparazione per il Natale. Si tratta di un tempo di attesa e conversione, che ci invita a crescere nella speranza e ad accogliere la venuta di Gesù Cristo. Durante l'Avvento, riflettiamo sulla dimensione eterna della fede cristiana e rinnoviamo la nostra speranza nella promessa di salvezza e nell'amore divino. Per questo numero, abbiamo voluto analizzare l’aspetto biblico della prima domenica d’Avvento attraverso le letture che preannunciano l’inizio del cammino di preghiera natalizio.


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La prima lettura (Ger. 33, 14-16) contiene un breve oracolo del profeta, il quale afferma che verranno realizzate le promesse di bene fatte alla casa di Israele e di Giuda. In questo brano ci viene detto che verranno giorni nei quali Dio realizzerà le promesse di giustizia fatte dagli uomini nella persona dei suoi servi, Abramo, Giacobbe e Davide, perché Dio è fedele. Da ciò deriva che, la giustizia di Dio consiste nel mantenere le promesse fatte a favore del suo popolo e nella sua misericordia.

Geremia invita, gli abitanti di Gerusalemme e di Giuda, a collocare la propria speranza in Dio e non con il potente di turno, come ha fatto sino ad ora. Egli ricorda al popolo che solo Dio è fedele, mentre i potenti non fanno che cambiare alleanza a seconda del loro tornaconto. Questo avvertimento dell'uomo di Dio è valido a tutt'oggi, perché solo una speranza purificata da tutti gli idoli, da tutti i compromessi, dalle apparenze, da tutti i valori privi di veridicità, può essere una speranza fondata su Cristo. È bene precisare cosa sia la speranza cristiana: è una speranza audace che ha come oggetto il Dio di Gesù-Cristo.


Il salmo 24, invece, è intitolato Inno alla bontà di Dio. Qui infatti, come scandisce il ritornello, l'orante si rivolge a Dio con immensa fiducia, affidandosi completamente in questa lamentazione individuale. Aleggia la serenità che scaturisce dal rapporto confidenziale ed intimo con il Signore. Il presente Salmo è anche definito “tromba d’avvento”, in quanto utilizzato anche nell’antifona di ingresso dell’anno liturgico. Il Salmista ci invita ad innalzare l'anima a Dio, ci dice con fiducia che, il perdono dei nostri peccati, ci viene da Gesù, via che conduce al Padre, perché anche noi siamo dei poveri peccatori, bisognosi dell’infinita misericordia.


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La seconda lettura (1Ts 3,12-4,2) proviene invece dalla prima lettera di san Paolo ai Tessalonicesi, considerata anche una delle prime lettere dell’apostolo delle genti. Qui, Paolo riflette sull’amore del Signore e si parla anche della parusia del Signore. Queste parole di Paolo riflettono anche la meta verso cui è orientata la crescita integrale dei destinatari delle sue parole. Questa carità fraterna, per cui Paolo si pone come esempio, brillerà proprio nella parusia, ossia nella venuta del Signore. Oltre a ciò, questa carità e questa coesione sono anche coefficienti di saldezza e resistenza nella fede in ciascun cristiano. Paolo parla “in” o “da parte di” Cristo, o anche nel suo nome, come si vede da altre lettere. La sua predicazione, in questo senso, si pone anche in un senso morale, e non solo dottrinale.


Vangelo: Lc 21, 25-28.34-36. Il nuovo anno liturgico introduce questo Vangelo di carattere escatologico, il quale ci propone di meditare sulla fine dei tempi. Gli avvenimenti spettacolari e paurosi non sono descritti per impaurirci, bensì per dare un significato reale a tutte le tragedie umane e per fare da cornice al venire del Figlio dell'uomo su una nube. Tali segni preparano il nuovo e definitivo intervento di Dio, quasi paragonabile ad una “nuova creazione”, per la quale siamo invitati ad avere fede e a “pregare in ogni momento, per avere la forza di sfuggire a tutti questi mali che stanno per accadere e di comparire davanti al Figlio dell'uomo”. Tutta questa lettura è preparatoria al senso dell’Avvento: Gesù qui richiama la manifestazione gloriosa del Figlio dell’Uomo con questa “nuova creazione”, e il brano introduce perfettamente al nuovo anno liturgico e al periodo d’Avvento, che si concluderà con la Natività.


Buon cammino d’Avvento! 


A cura di

Mariagrazia Spadaro

Ruggiero Pio Belgiovine




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