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ALLARME BABY GANG

  • Immagine del redattore: Parrocchia Santissimo Crocifisso Barletta
    Parrocchia Santissimo Crocifisso Barletta
  • 21 nov 2023
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 9 feb 2024

Assistiamo sempre più frequentemente a episodi che hanno come protagonisti gli adolescenti con disagio ormai dilagante. I fatti di cronaca raccontano quasi ogni giorno di atti di bullismo, violenza nelle scuole e delinquenza minorile. Da nord a sud del Paese, nell’ultimo anno, si sono verificati svariati episodi legati a baby-gang e bulli con aggressioni anche di natura razzista. Si tratta di un fenomeno diffuso: gli episodi sono tanti, il disagio sociale sta crescendo sempre di più. Come adulti, non possiamo fermarci e restare passivi, ma è necessario prestare attenzione. Solitamente, sono giovani che vivono una condizione di estrema fragilità, vivono le loro crisi di identità, mentre provano a costruirne una, ma intanto sono lasciati a sé stessi e crescono da soli. I genitori sono troppo occupati a lavorare e, nei casi di maggior difficoltà, poco aiutati nell’esercizio del ruolo genitoriale.


Tante volte, sono genitori assenti, sia nelle famiglie benestanti che in quelle delle periferie più disagiate. E così, durante e dopo la pandemia, i giovani hanno trovato consolazione nella socialità virtuale: socializzano tantissimo attraverso i social, e spesso solo così. Nella solitudine, i giovani sono troppo esposti a messaggi di una realtà mediata e distorta. Moltissimi giovani commettono atti di violenza magari perché cercano un riconoscimento sociale o una posizione di supremazia sociale nel gruppo dei pari. Mentre alcuni aggrediscono un coetaneo o si picchiano tra loro, altri tutt’intorno filmano e magari i video finiscono in tempo reale su qualche social.

Per i giovani, i social non sono solo un modo di comunicare, nella rete c’è molta parte della loro vita, lì, ascoltano la musica e magari si imbattono in testi che spesso evocano violenza e droga. Tante volte, sembra esservi una totale assenza di controllo sulle conseguenze delle proprie azioni. I giovani possono sbagliare, ma hanno tutto il tempo per rimediare e migliorare con il supporto degli adulti. In primo luogo, occorre un sostegno poderoso alla prima agenzia educativa: la famiglia. In secondo luogo, anche la seconda agenzia educativa, la scuola, deve attivarsi molto di più rispetto a quello che fa e va supportata in questo. È indispensabile mostrare ai giovani che gli adulti stanno pensando al loro futuro e che hanno fiducia in loro. Per questo, occorre un’azione ampia e sinergica, improntata al dialogo, per costruire politiche integrate più efficaci per combattere ogni forma di disagio giovanile e tutte le forme di esclusione sociale.

 
 

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